E’ morto Lonati: il brutale partigiano che uccise Mussolini

Noto durante la Resistenza con il nome di “Giacomo“, l’uomo era a capo della 101esima Brigata Garibaldi, nonché comandante di una divisione partigiana attiva a Milano. La sua confessione su quello che successe il 28 aprile 1945, poco dopo le ore 11, in una stradina a Bonzanigo di Mezzegra, sul lago di Como, fece il giro del mondo, e da ormai da 21 anni, alimenta la tesi che Benito Mussolini sia stato in realtà ucciso nell’ambito di una missione segreta voluta dagli inglesi e diretta dall’agente segreto John Maccaroni, detto “il capitano John”, ufficiale dello Special Operations Executive.

Nel 1994, Lonati pubblicò il suo racconto dei fatti nel libro “Quel 28 aprile. Mussolini e Claretta: la verità” (Mursia editore). Secondo la ricostruzione dell’ex partigiano, il giorno precedente l’omicidio del Duce, Lonati fu contattato dal capitano John e informato, insieme ad altri tre partigiani, della missione. L’obiettivo dell’operazione era far sparire il così detto “carteggio Churchill – Mussolini“: una raccolta delle lettere scambiate tra il Duce e il Primo Ministro britannico durante la seconda guerra mondiale.

Secondo la dichiarazione ufficiale, definita “versione storica”, Mussolini fu brutalmente ucciso dal comandante partigiano Walter Audisio, detto Colonnello Valerio.

Lonati era nato a Legnano il 3 giugno 1921 e dopo l’esperienza partigiana in Valle Olona prima e a Milano poi, si era trasferito a Torino nel 1958, dove aveva ricoperto incarichi dirigenziali alla Fiat. Dopo il 1980 ha diretto a Bari un’importante società metalmeccanica ed è stato consulente industriale. Oltre al libro sulla vicenda Mussolini, ne ha scritti diversi di carattere tecnico.