Le brache di Cagoia – Fiume, XVIII giugno MXMXX

Volantino di cm. 31×24 stampato a Fiume d’Italia il 18 giugno 1920. Testi di Giovanni Giuriati, Gino Antoni, Gabriele d’Annunzio.

Cagoia, nel dizionario volgare, è una lumaca senza guscio. L’ appellativo fu dato da D’Annunzio al ministro Nitti. Tom Antongini in “D’Annunzio Ignorato” descrive la nascita del nomignolo “Cagoia”, che era il cognome vero di un pover’uomo triestino, pavido fino all’inverosimile; giunto al cospetto del Pretore per essere interrogato, affermò tentennante “ mi no penso ghe per paura”. La storiella diffusasi a Fiume, consentì ai legionari di tacciare per Cagoia chiunque non prendesse decisioni per paura delle ritorsioni altrui. E quando la folla si accalcò sotto il palazzo Comunale, per attendere la parola di D’Annunzio, iniziò a strillare il nome di Cagoia, diretto al Presidente Nitti, che non voleva prendere decisioni, passibili di ripercussioni verso gli alleati. Il 13 settembre 1919 Nitti si presentò al Parlamento per riferire sui gravi casi di Fiume. Egli senza mezzi termini condannò l’impresa dannunziana, definendola la “follia di un vanesio”; constatò che il modo di agire dei militari aveva solo un nome: diserzione; promise che contro coloro che non fossero subito tornati al loro posto, obbedendo alle competenti autorità militari, si sarebbe proceduto giudiziariamente per il reato appunto di diserzione. In tutta Italia nazionalisti, fascisti ed arditi dimostrarono a favore di Fiume e di D’Annunzio, contro il governo Nitti.