Martina Mussolini è andata oltre – 22 gennaio 2016

Martina Mussolini
Martina Mussolini

Oggi 22 gennaio 2016 è deceduta a 46 anni in Sinalunga nel senese, Martina Mussolini pronipote del Duce Benito Mussolini, V Capo dell’Ordine dell’Aquila Romana, nata a Forlì il 26 luglio 1969. La notizia è stata comunicata dai familiari: i figli Andrea Vittoria e Pierflavio e le sorelle Orsola e Vittoria. Il rito funebre sarà officiato in Sinalunga sabato 23 gennaio ore 10,30 nella Chiesa di San Martino, Via San Martino,3, le ceneri saranno successivamente traslate nella Cripta Mussolini in Predappio. Madre esemplare ed appassionato ottico è ricordata per aver dato nuovo impulso agli Ordini del patrimonio araldico della Casa Mussolini non mai rinnegando in ogni momento il peso del proprio nome nei confronti della storia circa gli eventi del ventennio. Come da proprie volontà chiede non fiori, ma offerte all’Ospedale Silvestrini di Perugia. Gli succede alla guida degli Ordini la sorella Orsola Mussolini.

Martina Mussolini, che ha trascorso la sua infanzia in Venezuela, ha scritto recentemente una lettera aperta al presidente venezuelano Nicolàs Maduro, dittatore di sinistra successore di Chavez, che ha impoverito il suo Paese e perseguitato i giovani che dimostravano contro il suo regime. Eccone alcuni passi: «Mi chiamo Martina Mussolini e mio nonno, Vittorio, era il figlio di Benito Mussolini, uno dei fondatori del sistema fascista che, ultimamente, lei usa a sproposito. Le scrivo dall’Italia dove risiedo da oltre vent’anni, le scrivo poiché nonostante io non sia nata in Venezuela, ho avuto la fortuna di trascorrere in quel meraviglioso paese la mia adolescenza e in questo momento difficile il mio cuore e i miei sentimenti sono con i miei fratelli venezuelani. Ho dovuto lasciare il paese perché già allora non c’era nessun futuro per me e mi dispiace dover dire ogni volta ai miei figli che non li porterò nei luoghi della mia giovinezza poiché è uno stato troppo pericoloso, dove non c’è rispetto per la vita e coloro che dovrebbero garantire la giustizia, spesso, sono i primi a violarla. Il grande statista che è stato il mio bisnonno, Benito Mussolini, ha lottato, amato e sofferto per il suo popolo e al momento della sua morte, quando è stato appeso per i piedi a piazzale Loreto, dalle sue tasche non è caduta nemmeno una lira! Lei addita come fascisti degli studenti che manifestano perché nel loro paese non c’è sicurezza, mancano gli articoli di prima necessità, scarseggiano i medicinali e le possibilità di vivere una vita dignitosa sono inesistenti, dovuto alla corruzione, alla svalutazione della moneta e all’inflazione che hanno preso il sopravvento. Un paese censurato, senza libertà di espressione dove gli oppositori sono incarcerati ingiustamente. (…) Ringrazio Dio quando sento gli oppositori chiamare “fratelli” i Chavisti, quando vedo bambini porgere fiori ai poliziotti schierati contro di loro e i tanti messaggi di solidarietà della gente comune in tutto il mondo, mentre le organizzazione internazionali rimangono in un vergognoso silenzio».