Nasce la Decima Flottiglia MAS – XV III MCMXLI

La Spezia. Costituzione da parte del capitano di fregata Vittorio Moccagatta della Decima Flottiglia MAS, leggendario reparto d’assalto della marina le cui unità violarono i principali porti britannici causando al nemico ingenti perdite ed il cui nome è indissolubilmente legato a quello del comandate Junio Valerio Borghese. Fra il 1941 ed il 1943 le poche centinaia di uomini che ne fecero parte operarono missioni ad alto rischio, conseguendo, sia pure a caro prezzo, successi tali da modificare persino l’assetto strategico navale del Mediterraneo. Nel contempo venivano concepite e perfezionate le attrezzature per operazioni subacquee ancor oggi in uso; si realizzavano strumenti d’attacco come il “maiale” (in sostanza un mini sommergibile con un equipaggio di due uomini, dapprima alloggiati esternamente e quindi in un apposito abitacolo, in grado di portare sin dentro ai porti nemici una o più cariche esplosive), il barchino esplosivo, il motoscafo silurante, i sommergibili tascabili per il trasporto di incursori o per operazioni costiere. Nasceva la specialità degli uomini gamma, nuotatori che percorrendo lunghe distanze andavano a porre sotto le chiglie nemiche cariche esplosive denominate “cimici”, “mignatte” o “bauletti”. Assieme ai mezzi veniva perfezionato lo spirito degli uomini destinati ad usarli; e lo riassume una frase della Medaglia d’Oro al Valore Militare Salvatore Todaro, caduto nell’isola di La Galite nel corso di una missione d’assalto:

“Non importa affondare la nave nemica. Una nave viene ricostruita. Quello che importa è dimostrare al nemico che vi sono degli italiani capaci di morire gettandosi con un carico di esplosivo contro le fiancate del naviglio avversario”.

Lo stesso nome di copertura scelto, Decima Flottiglia MAS, si rifaceva alla Decima Legione romana, prediletta da Giulio Cesare. Nel settembre del 1943 comandante della Decima era un ufficiale di nobili origini, insignito di medaglia d’oro, stimato fra i migliori comandanti di sommergibili italiani: Junio Valerio Borghese. L’annuncio dell’armistizio sorprese l’unità con reparti operanti sia all’estero (e spesso in missioni segrete), sia contro gli alleati in Sicilia ed in Calabria. La sua sorte non fu diversa da quella delle Forze Armate Regie. Gli uomini si divisero, scegliendo fra la fedeltà all’onore militare ed all’alleato tedesco, la fedeltà al Re, l’impegno nella nascente resistenza, l’estraniazione dal conflitto. Al sud la Decima rinacque con scarsi uomini e mezzi sotto la denominazione di marinassalto. In collaborazione con la marina britannica compì alcune missioni di forzamento di porti del settentrione, e di supporto alle missioni speciali inviate nell’Italia del Nord. A La Spezia, ove aveva sede il comando della Decima, Borghese decise di continuare a combattere a fianco del precedente alleato, mantenendo la propria bandiera ed indipendenza. Quando le forze armate germaniche presero il controllo dell’Italia, con un caso unico nella storia del conflitto, sottoscrissero un patto d’alleanza col piccolo reparto italiano, che, non essendo ancora stato liberato Mussolini, poté ricominciare ad operare, ricostruendo le basi, addestrando nuovi assaltatori, recuperando con metodi spesso di fortuna armi e materiali. Si verificò allora un fatto senza precedenti: migliaia di volontari si presentarono a La Spezia, chiedendo di essere arruolati nella formazione, che era esclusivamente militare ed operava col motto “per l’onore”. Rapidamente tutti gli organici dei reparti e delle scuole navali furono al completo: venne decisa la costituzione di reparti di fanteria di marina. La Decima Flottiglia MAS fu sciolta da suo comandante a Milano, alla fine di aprile del 1945, alla presenza dei rappresentanti dei CLN. Quando Borghese per l’ultima volta uscì dalla caserma, due partigiani di sentinella gli presentarono le armi.