Nel libro di Desiderio le storie della Sant’Agata fascista

Presentato ieri l’ultimo lavoro del giornalista santagatese ospite di “Settembre d’Autore”

COPwoedWoAESH8dCi sono, nel nuovo libro di Giancristiano Desiderio, tante storie di luoghi e personaggi della Sant’Agata de’ Goti di quegli anni che vanno dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale.

Un importante lavoro di ricerca che ha portato il giornalista santagatese alla riscoperta di documenti, fotografie, ma anche di nomi e fatti di una Sant’Agata che fu, ed adesso raccolti in Storia di Sant’Agata de’ Goti nel Ventennio Fascista.

Il libro è stato presentato ieri sera in piazza Umberto I, in occasione del primo appuntamento con la manifestazione della Pro Loco di Sant’Agata Settembre d’Autore 2015. Sul palco della splendida piazza del borgo antico, assieme all’autore ed al presidente della Pro Loco Claudio Lubrano, c’erano i rappresentanti di alcune associazioni santagatesi: Pancrazio Della Peruta per il circolo “Saticula”, Nunzia Meccariello di “Elpida”, don Giuseppe Campagnuolo de “Il Cireneo”, Antonio Pascarella della “Società Operaia di Mutuo Soccorso”. Ed ancora l’avvocato Giovanna Razzano e Liliana De Prisco, figlia di quel Francesco De Prisco, figura centrale del nuovo libro di Giancristiano Desiderio.

Una storia, quella di uno dei podestà più longevi della storia d’Italia, caduta nell’oblio. “Ci sono voluti ottanta anni affinché qualcuno riportasse alla luce la storia di mio padre e ridesse dignità alla sua figura”, ha spiegato una commossa Liliana De Prisco ringraziando l’autore del libro.

Ma quella del podestà di Sant’Agata de’ Goti non è l’unica storia che riemerge dal libro di Giancristiano Desiderio. C’è la storia di Guido Cervo, primo soldato santagatese morto nella Grande Guerra; quella di Oscar Renato De Lucia, ritornato dall’Uruguay in Italia per partire per il fronte; e quella di Sabatino Palma, soldato fotografo e pittore impegnato in Etiopia con l’esercito italiano e poi prigioniero in India.

E poi ci sono i luoghi, il monumento dei Caduti di piazza Trieste, la vicenda dell’allargamento di via Roma e dei portici del monastero delle Redentoriste.

Testimonianze del periodo fascista: un fascismo che a Sant’Agata – ed in tanti centri della provincia italiana e in particolare del mezzogiorno – non fu di movimento, ma pittosto “prefettizio”, come lo definisce nel suo libro Desiderio.

Un fascismo d’opportunismo: dove a guidare la politica locale non vi erano gli ideali mussoliniani ma la semplice ricerca di una poltrona o di un posto al sole. Un fascismo dove le beghe erano tutte interne al partito, e finivano sui manifesti o sui volantini. Ma comunque colpevole e complice, legittimandolo, del fascismo di Roma, che portò l’Italia in guerra, emanò le leggi razziali e privò gli italiani della loro libertà.

In quegli anni che vanno dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale, Sant’Agata cambiò la sua faccia, anche dal punto di vista urbanistico. Le storie raccontate da Giancristiano Desiderio – corredate di foto e documenti – escono dagli album dei ricordi delle famiglie santagatesi e dai faldoni dell’Archivio di Stato di Benevento e del Comune di Sant’Agata de’ Goti.

Storie da leggere e scoprire. Un volume da tenere nella propria libreria, da consultare spesso per riscoprire la storia di Sant’Agata de’ Goti, e con essa quella del Sannio e della nostra Italia.

Vincenzo De Rosa