A martellate contro il monumento fascista: De Magistris come l’Isis

A martellate contro il monumento fascista: De Magistris come l’IsisIl Comune di Napoli ha ordinato ieri la messa in sicurezza delle lettere che compongono la scritta dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra sull’omonimo palazzo che si affaccia su Piazza Matteotti, dopo che lo scorso 30 agosto la lettera “T” di “Mutilati” era caduta sulla strada sottostante. E fin qui sembra semplice e normale amministrazione. Sembra, per l’appunto. Perché, stando a quanto riportato dai testimoni, alcuni operai stavano procedendo alla rimozione delle lettere con l’utilizzo di un martello pneumatico. Non messa in sicurezza quindi, ma rimozione totale e con metodi non proprio da restauratori.

Poco dopo è nato anche un tam tam sui social: decine di persone hanno denunciato l’accaduto sottolineando la stranezza dell’operazione su un edificio dall’alto valore storico. Fortunatamente la Sovraintendenza ai beni culturali ha bloccato tutto. La pratica ora è sulla scrivania dell’architetto Maria Luisa Foglia che avrà il compito di verificare come sia stato possibile che l’ANMIG abbia iniziato i lavori su spinta del Comune e non sia stato richiesto il parere della Sovraintendenza.

“E’ una scritta storica, di grande valore artistico, uno scempio distruggerla. E’ uno degli edifici più belli del Rione Carità, progettato da Camillo Guerra e realizzato tra il 1938 e il 1940, oggi stanno rimuovendo l’intera scritta originale – denuncia l’architetto Tulliano Carpino, che ha scattato le foto nel momento della rimozione – Qualche tempo fa la Soprintendenza ha fatto fare una scritta (falsa) sul palazzo delle poste, e ora si butta via una originale e bellissima”.

Ma secondo l’Anmig, però:

“Sono state tolte solo le lettere pericolose e i lavori si sono bloccati perché l’obiettivo è sì, la messa in sicurezza, ma anche la tutela della scritta storica. Non vogliamo certo rovinare la facciata”.

Queste ultime dichiarazioni sembrano davvero un’arrampicata sugli specchi mentre il sindaco De Magistris non ha rilasciato nessuna dichiarazione. Forse perché probabilmente gli è sfuggita l’occasione di dimostrare che lui può tutto e che può cancellare la storia a suo piacimento, lui, antifascista tra gli antifascisti, è stato bloccato. Come un bambino che esce di scena quatto quatto dopo che è stato beccato con le mani nella marmellata. Ci dispiace “Giggì”, la storia ed il marmo (del palazzo, ndr.) sono più forti e resistenti delle tue nostalgiche e inutili pulsioni antifasciste e magari, se proprio vuoi mettere davvero in sicurezza qualche palazzo della città, potresti iniziare dai palazzi antistanti l’ingresso della Galleria Umberto. Lì dove morì il giovane Salvatore Giordano per la caduta dei calcinacci e dove poco più di un mese fa sono crollati altri costoni di due palazzi.

Aurelio Pagani