Giordano Bruno Guerri: il vero pericolo è l’antifascismo

Se in Italia c’è un pericolo è l’antifascismo, non certo il fascismo. Una tesi ardita, ma ovvia per una minoranza di “illuminati”, tra i quali c’è Giordano Bruno Guerri, storico e presidente della Fondazione del Vittoriale dannunziano. Guerri, che di recente ha ribadito questa tesi in un’intervista a La Verità:

“Il rischio di fascismo non esiste, le minacce da temere sono altre, a cominciare da quella religione civile, imposta nel Dopoguerra, che ora resuscita fantasmi dal nulla”.

Non è la prima volta che Guerri fa sentire la sua voce controcorrente: già tre anni fa, intervistato da Linkiesta.it, si scagliò contro la demonizzazione del fascismo e contro l’idea che nella storia possa esistere il “male assoluto”. Nessuno può negare – disse in quell’occasione – che in un regime durato venti anni siano state fatte anche cose buone. Ed entrò così in rotta di collisione con lo stesso Capo dello Stato Sergio Mattarella il quale aveva tuonato contro chi sosteneva che il fascismo avesse fato anche buone cose.

In pratica, se l’antifascismo diventa il pretesto per chiudere la bocca ai dissidenti il pericolo è lì, non nei fantasmi del passato: “Ma davvero – dice adesso Guerri a La Verità – qualcuno vede un pericolo nei quattro gatti di CasaPound e Forza Nuova? Semmai occorre guardare al dominio delle multinazionali digitali o a un’Unione europea incombente che prende il sopravvento sugli Stati”. Tutta colpa degli storici, argomenta Guerri, che non hanno cercato la verità per 30 anni fino al revisionismo di Renzo De Felice.

Oggi però gli storici non sono considerati: torna in auge al contrario la teoria di Umberto Eco di un fascismo eterno, categoria demonizzante da applicare al nemico di turno magari con la complicità e l’eco virale dei social. Un misto di ignoranza e faziosità da considerare allarmante per tutti gli spiriti liberi.

 

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